Cos’è Google Panda
Google Panda è un aggiornamento dell’algoritmo di Google introdotto per la prima volta nel febbraio 2011 con l’obiettivo di migliorare la qualità dei risultati di ricerca mostrati agli utenti, riducendo la visibilità dei siti web con contenuti di bassa qualità e poco rilevanti per gli utenti.
Google Panda, inizialmente chiamato “Content Farm Update”, mirava a penalizzare le “content farm” ovvero tutti quei siti web con contenuti di scarsa qualità e pieni di annunci e banner online pubblicitari che miravano solamente a ottenere un ritorno economico senza portare nessun valore aggiunto all’utente.
Lo scopo di Google Panda Update è espresso da una citazione rilasciata da Google stessa in cui dice che:
“Il nostro ultimo update è pensato per ridurre il ranking dei siti di scarsa qualità, quindi la cosa fondamentale per i webmaster è assicurarsi che i loro siti abbiano la più alta qualità possibile. Noi esaminiamo diversi fattori per individuare i siti di bassa qualità. Tenete a mente che le persone che cercano in Google tipicamente non vogliono trovare contenuti superficiali o scritti male, contenuti copiati da altri siti o informazioni inutili. Inoltre, è importante che i webmaster sappiano che i contenuti di bassa qualità su una parte del sito possono impattare sul posizionamento di tutto il sito”
Citazione Google su Update Panda rilasciato nel 2011.
Secondo ricerche interne di Google, update panda ha impattato sui risultati di ricerca per circa il 12% di query in lingua inglese e circa il 6%-7% di query in lingua italiana, rendendolo di fatto uno degli update più rivoluzionari che ancora oggi gioca un ruolo cruciale nel ottimizzazione SEO di un sito web.
In Italia, Google Panda è ufficialmente operativo da Agosto 2011.
Perché si chiama Google Panda
Molti associano il nome del update alla figura del animale Panda, sebbene ci possano essere delle valide associazioni in merito, in verità il nome Google Panda è dedicato al ingegnere “Biswanath Panda” ovvero uno dei principali responsabili del team “Search Quality Team di Google“ che ha contribuito allo sviluppo del update.
Come funziona
Il funzionamento di Google Panda si può definire come una sorta di “filtro” con cui attraverso una base di paramenti l’algoritmo sceglie quali contenuti dare maggiore visibilità e quali penalizzare in SERP.
La valutazione dei contenuti avviene con l’uso dell’intelligenza artificiale e il machine learning che analizzano il testo e possono capire istantaneamente se il contenuto è originale oppure duplicato.
Per migliorare Google Panda è presente comunque un controllo umano svolto da un team di persone che valutano costantemente quali siti web presentano dei contenuti di valore oppure quali siti hanno contenuti duplicati. Un controllo molto cruciale soprattutto nelle prime fasi iniziali di Google Panda perché ha permesso al algoritmo di addestrarsi sulla valutazione dei contenuti.
Quali tipologie di contenuti e siti web colpisce Google Panda
I contenuti maggiormente penalizzati da Google Panda Update sono i seguenti:
Contenuti duplicati: ovvero tutti contenuti che sono copiati da altri siti web.
Contenuti di bassa qualità: ovvero tutti quei contenuti scarni in termini di informazioni, accuratezza, con errori grammaticali e che non portano nessun valore aggiunto per gli utenti.
Contenuti con titoli clickbait: ovvero tutti quei contenuti con titoli e intestazioni che forniscono delle informazioni fuorvianti e che mirano solamente a ottenere maggiore traffico dagli utenti oppure un ritorno economico.
Contenuti con banner e annunci eccessivi: ovvero tutti quei siti che al loro interno hanno contenuti con annunci e banner pubblicitari eccessivi che peggiorano l’esperienza utente.
Contenuti generati automaticamente: ovvero tutti quei contenuti generati automaticamente da software o utenti, spesso contenenti molti errori ortografici e grammaticali, che se non gestiti correttamente possono essere considerati come contenuti di bassa qualità.
Contenuti che non rispondono alla query di un utente: ovvero tutti quei contenuti che non rispondono all’intento di ricerca desiderato dall’utente, un esempio pratico è quando effettuo una ricerca per una “maglietta bianca” ma trovo invece risultati con contenuti che rimandano a una maglietta nera.
Siti web con contenuti duplicati interni: Pagine interne al sito che hanno gli stessi testi o hanno solamente una leggera modifica al testo.
Siti web con poca autorità: ovvero tutti quei siti che non hanno autorità o esperienza su un determinato argomento. Una valutazione presente anche nel aggiornamento E-E-A-T rilasciato nel 2022.
Siti web bloccati dagli utenti: ovvero tutti quei siti che sono bloccati dagli utenti attraverso i motori di ricerca o estensioni di blocco presenti sul browser di navigazione.
Siti web con pochi backlink: ovvero tutti quei siti che hanno un profilo backlink con link in ingresso non presenti oppure un profilo backlink con link in ingresso di scarsa qualità e autorità.
Siti web con una pessima esperienza utente: ovvero tutti quei siti web che hanno un tasso di rimbalzo molto alto (prossimo al 100%) e un tempo di permanenza dell’utente molto basso.
Come valuta i nostri contenuti Google Panda
Google Panda valuta i contenuti dei siti web utilizzando algoritmi complessi con una serie di fattori per determinare la qualità generale e la rilevanza dei contenuti.
Sebbene non sia possibile conoscere esattamente tutti i dettagli di valutazione di Google Panda. Google ci viene in aiuto con le famose “23 domande per realizzare un sito di qualità” scritte da Singhal che ci permettono di capire oggettivamente se un nostro contenuto è di qualità.
Google Panda e le 23 domande scritte da Singhal
Amit Singhal, Google Fellow ed ex-vicepresidente del Search Quality Team, nel 2011 ha rilasciato e condiviso una lista di 23 domande su un post del blog ufficiale di Google.
Sono delle domande che si pone il team interno di Google mentre lavora agli aggiornamenti degli algoritmi e rappresentano il modo di codificare ciò che vogliono gli utenti dai motori di ricerca.
Queste domande sono associate alla filosofia di Google Panda, infatti sono state ribattezzate poi come le “23 domande per Panda”, valide e funzionanti ancora tutt’ora oggi.
Ecco le 23 domande in breve presenti nella lista:
- Ritenete attendibili le informazioni presentate nell’articolo?
- L’articolo è stato scritto da un esperto o un appassionato che conosce bene l’argomento o è più superficiale?
- Il sito contiene articoli duplicati, che si accavallano o sono ridondanti in merito ad argomenti uguali o simili, solo con parole chiave leggermente diverse?
- Fornireste tranquillamente i dati della vostra carta di credito su questo sito?
- L’articolo contiene errori ortografici, stilistici o false informazioni?
- Gli argomenti sono basati sui reali interessi dei lettori del sito oppure il sito genera i contenuti in base ai presunti argomenti che potrebbero ottenere un buon posizionamento nei motori di ricerca?
- L’articolo fornisce contenuti o informazioni, rapporti, ricerche o analisi originali?
- La pagina in questione è molto più utile rispetto alle altre pagine visualizzate nei risultati di ricerca?
- In che misura viene controllata la qualità dei contenuti?
- L’articolo tratta entrambi i punti di vista in merito a una notizia?
- Il sito è considerato un’autorità riconosciuta in merito all’argomento che tratta?
- I contenuti sono generati in serie o assegnati a molti autori diversi, oppure distribuiti su una vasta rete di siti cosicché singole pagine o siti non ricevano molta attenzione o cura?
- L’articolo è stato scritto bene o sembra essere stato redatto senza alcuna cura o in modo sbrigativo?
- Relativamente a una query sulla salute, vi fidereste delle informazioni fornite dal sito?
- Considerereste il sito una fonte autorevole nel momento in cui viene nominato?
- L’articolo fornisce una descrizione completa dell’argomento?
- L’articolo contiene un’analisi dettagliata o informazioni interessanti che non siano ovvie?
- Si tratta del tipo di pagina che aggiungereste ai segnalibri, condividereste con un amico o consigliereste?
- Nell’articolo ci sono troppi annunci che distolgono l’attenzione dai contenuti principali o interferiscono con essi?
- Vi aspettereste di trovare l’articolo in una rivista, un’enciclopedia o un libro cartacei?
- Gli articoli sono corti, inconsistenti o comunque privi di informazioni specifiche utili?
- Le pagine sono realizzate con estrema cura e attenzione per i dettagli o non lo sono affatto?
- Gli utenti si lamenterebbero trovando pagine provenienti da questo sito?
Se il nostro contenuto rispetta le domande di qualità, possiamo aspettarci una buona percentuale di probabilità di evitare la penalizzazione da parte di Google Panda.
Inoltre, quando si scrive un contenuto è sempre importante ricordarsi che l’obiettivo di un motore di ricerca è quello di fornire la migliore risposta alla domanda di un utente, quindi è di vitale importanza scrivere un contenuto che danno la migliore risposta per gli utenti e non cercare di scrivere un contenuto solo per posizionarsi nei primi posti nelle SERP sui motori di ricerca.
Come capire se sono stato penalizzato da Google Panda: i sintomi
Capire direttamente se sei stato penalizzato da Google Panda è impossibile perché essendo una penalizzazione algoritmica Google non invia una notifica nella Search Console come accade quando accade per una penalizzazione manuale.
Però nella nostra esperienza pregressa e attraverso le analisi che svolgiamo quotidianamente sui siti web dei nostri clienti, in genere un sito web penalizzato da Google Panda ha questi sintomi:
Diminuzione del traffico organico.
Peggioramento del posizionamento sulle SERP di ricerca.
Calo delle conversioni da parte degli utenti.
Drastica perdita di visibilità dopo il rilascio di un update. (Sintomo valido prima del 2016 in cui ancora Google Panda non era integrato nel core di Google).
Come recuperare penalizzazioni da Google Panda
Per recuperare una penalizzazione da Google Panda, in genere si compiono queste attività:
Creazione contenuti di alta qualità: scrittura di nuovi contenuti con testi originali, accurati e che rispondono alle domande e alle esigenze degli utenti in modo esaustivo.
Eliminazione o revisione dei contenuti duplicati e di bassa qualità: Eliminazione o revisioni delle pagine con contenuti duplicati o con contenuti di bassa qualità che potrebbero influenzare negativamente l’esperienza dell’utente.
Uso delle parole chiave in modo naturale: Scrittura dei contenuti con inserimento delle parole chiave in modo naturale e armonioso nel testo. Questo lavoro consente anche di evitare il keyword stuffing.
Miglioramento della user experience del sito web: Riprogettazione del design e svolgimento di attività di CRO che permettono di migliorare l’esperienza utente sul sito web, migliorare le conversioni, migliorare il tempo di permanenza degli utenti e migliorare il crawl budget del sito.
Una volta compiute tutte le attività necessarie e riscrittura dei contenuti basterà aspettare un update dell’algoritmo che permetterà di uscire dalla penalizzazione di Google Panda.
Inoltre per capire come uscire da una penalizzazione di Google Panda, ci viene in aiuto anche Matt Cutts attraverso questo video YouTube pubblicato sul account ufficiale di Google Search Central, in cui da consigli utili dal minuto 1:37 (Video in lingua inglese):
Consiglio! Per un sito web con penalizzazione Google Panda in atto è sempre consigliabile affidarsi a un consulente SEO. Adottare il fai da te può portare a una maggiore penalizzazione e perdita di visibilità del sito web. Richiedi subito una prima consulenza gratuita.
Critiche
Dopo l’introduzione di Google Panda molti webmaster e forum hanno alzato numerose critiche e perplessità, ad esempio come l’impatto ingiusto che avrebbero avuto alcuni siti web con contenuti di qualità che sono stati penalizzati erroneamente dall’algoritmo e che hanno favorito il posizionamento migliore a siti web che avevano un contenuto peggiore, portando preoccupazioni per la precisione delle valutazioni di qualità dei contenuti dei siti web.
Un altra perplessità di Google Panda emersa dagli utenti è la difficoltà di emergere nelle ricerche per i piccoli siti web che avrebbero una minore visibilità rispetto ai siti web di grandi marchi, rendendo così difficile per i nuovi arrivati ottenere visibilità nei risultati di ricerca.
Google in tutto ciò, per ovviare a problematiche di questo tipo chiede sempre agli utenti di fornire dati per contribuire al miglioramento dell’algoritmo.
Aggiornamenti Panda Update dal 2011 al 2016
Google Panda dal 2011 al 2016 ha collezionato ben 31 aggiornamenti con l’obiettivo finale di rendere la valutazione dei contenuti dei siti web più meritocratica.
Ecco una lista degli update panda più importanti che hanno creato un impatto significativo nei risultati in SERP e per la community:
Update 1) Google Panda 1.0 – Febbraio 2011:
Rilascio di Google Panda che ha avuto un impatto significativo per molti siti web (circa il 12% delle query negli USA) e che ha posto fine alle content farm.
Update 2) Panda 2.0 – 11 aprile 2011:
Primo aggiornamento di Google Panda in cui vengono incorporati segnali aggiuntivi (es. I siti web bloccati dagli utenti).
Update 3) Panda 2.1 – 9 maggio 2011:
Aggiornamento chiamato inizialmente Panda 3.0, ma in realtà Google chiarisce che si tratta solo di un aggiornamento dati.
Update 6) Rilascio internazionale di Google Panda – 12 agosto 2011:
Google Panda è stato lanciato a livello internazionale ad eccezione di Cina e Giappone.
Update 8) 19 ottobre 2011:
Google aggiunge ulteriori segnali al update e ricalcola l’impatto dell’algoritmo sui siti web.
Update 9) Panda 3.1 – 18 novembre 2011:
Aggiornamento minore di Google Panda che ha avuto un impatto minore sul meno del 1% delle query di ricerca.
Update 20) Cambio denominazione – 27 settembre 2012
Aggiornamento di Google Panda molto grande che mette fine alla numerazione 3xx e segna una nuova era per la community.
Update 26) Dance – 11 Giugno 2013
Data in cui Matt Cutts chiarisce che Google Panda non sarebbe stato incorporato nell’algoritmo di Google e che gli update avverranno con implementazioni molto più lente a cadenza mensile rispetto al passato.
Update 27) Google Panda Recovery – 18 luglio 2013
Aggiornamento di Google Panda di ritocco per correggere alcune attività e penalizzazioni eccessivamente dure.
Update 28) Rilascio di Panda 4.0 – 19 maggio 2014
Aggiornamento di Google Panda che ha portato un impatto su il 7% di query di ricerca. In questo update uno dei siti web maggiormente più colpiti è stato eBay.com.
Update 29) Rilascio di Panda 4.1 – 23 settembre 2014
Aggiornamento di Google Panda che ha portato un impatto sulle query di ricerca di circa il 3% – 5%.
Update 30) Ultimo aggiornamento di Panda – 17 Luglio 2015:
Update Panda 4.2 è l’ultimo aggiornamento confermato da Google prima di essere completamente integrato nel algoritmo principale.
Update 31) Integrazione di Google Panda nell’algoritmo di Google – 11 gennaio 2016:
Google Panda è integrato ufficialmente nell’algoritmo di Google, non agisce più come un semplice filtro di contenuti ma diventa a tutti gli effetti un fattore di ranking vero e proprio. Ora lavora in accoppiata insieme agli altri algoritmi e filtri rilasciati da Google come Google Penguin, Google Pigeon, Google Hummingbird e RankBrain.
Link a guide ufficiali e risorse correlate
https://developers.google.com/search/docs/appearance/ranking-systems-guide?hl=it: guida ai sistemi di ranking della Ricerca Google.
https://developers.google.com/search/blog/2011/05/more-guidance-on-building-high-quality?hl=it: indicazioni per verificare se un sito web è di alta qualità.
https://blog.searchmetrics.com/us/panda-update-4-0-winners-and-losers-google-usa/:
Articolo di “Search Metrics” contente la lista dei siti web colpiti da Google Panda negli USA.
https://www.wired.com/2011/03/the-panda-that-hates-farms/: Intervista “Wired” in Inglese con Singhal e Cutts sul funzionamento di Google Panda.